Valutazioni psicodiagnostiche e neuropsicologiche

La valutazione psicodiagnostica è una forma di conoscenza della persona particolarmente complessa, separata e distinta dal sostegno psicologico e dalla psicoterapia. La disciplina psicologica che se ne occupa è la psicodiagnostica.

Lo scopo della valutazione psicodiagnostica è la ricerca e il riconoscimento di alcuni segni che permettono di descrivere il quadro globale di personalità della persona (bambino, adolescente o adulto),
individuando punti di forza e punti di debolezza e aree di criticità.
L’obiettivo è la raccolta di elementi ed informazioni, finalizzata a ricondurre un fenomeno clinico all’interno di un contesto teorico. II percorso di valutazione può portare, eventualmente ma non necessariamente, all’elaborazione di una diagnosi, legata alla
formulazione di un profilo psicologico relativo al funzionamento mentale del soggetto che può essere utile alla prognosi e ad un’eventuale
indicazione terapeutica specifica.

La valutazione neuropsicologica è un esame essenziale utile a individuare eventuali alterazioni nel normale funzionamento cognitivo di una persona: la memoria, l’attenzione, la produzione e la comprensione del linguaggio, il movimento e il riconoscimento percettivo.

L’esame neurospsicologico può avere diverse finalità:

Solitamente un paziente richiede una valutazione neuropsicologica quando si accorge di avere delle difficoltà nello svolgimento delle proprie attività quotidiane o quando, affetto da una patologia specifica che implica un deterioramento delle funzioni cognitive, se ne vuole monitorare l’andamento. I familiari del paziente sono spesso i primi ad accorgersi che qualcosa non va e sono proprio loro a richiedere una valutazione specialistica. Se temi che qualcuno dei tuoi familiari possa soffrire di un disturbo cognitivo non rimandare una valutazione e chiedi subito un parere professionale.

Come si svolge la valutazione neuropsicologica

La prima fase della valutazione neuropsicologica consiste nel colloquio con i familiari, proprio perché sono i conviventi a poter fornire molte informazioni utili sia sui dati oggettivi che soggettivi, come la storia clinica del paziente, le sue abitudini di vita, il suo comportamento morboso e pre-morboso.

In seguito si incontra il paziente e dopo un breve colloquio si può procedere alla somministrazione dei test, tenendo conto naturalmente delle difficoltà del paziente suddividendo gli eventuali strumenti di valutazione su più giorni se necessario.

Una volta elaborati i dati si concorda un appuntamento con il paziente e i familiari per restituire i risultati dei test e infine si procede con la somministrazione dei test per lo screening; infine si stabilisce un incontro per la restituzione dei risultati e le indicazioni terapeutiche.

Esempi di disturbi dell’età evolutiva:

Esempi di disturbi dell’età adulta e della terza età: